Abbiamo preso i biglietti per la Tanzania. A giugno andremo a fare un primo sopralluogo. L’idea, proposta da Luigi Remondi che da anni contribuisce attraverso la Onlus Agapiti ad interventi di sviluppo e costruzione nel paese, è di raccontare la situazione in un momento di svolta. Il prossimo decennio sarà probabilmente decisivo per tutta l’Africa Orientale (quella rivolta verso le neo-potenze India e Cina), e potrebbe cambiarne il volto.
Abbiamo quasi carta bianca, anche se gli spunti e le “occasioni di racconto” che ci vengono suggerite sono molte. Ad esempio c’è la possibilità di partire da qui, dall’Italia, dalle cittadine del Nord dove vivono coloro che danno vita a queste iniziative (siano Onlus, missioni religiose, associazioni medico-sanitarie o altro); persone che ad un certo momento della loro vita iniziano a occuparsi di altre persone lontanissime e diversissime da loro (chi è più esotico, più stravagante, più “folle”, tra i due, non si sa, è una questione di prospettive, ma certo dai primi segnali e incontri si prospetta un tripudio di umana comprensione nell’incomprensione… molto intrigante per una narrazione cinematografica che vive del confronto – dei “materiali”, dei punti di vista – della giustapposizione e non (mai!) della manipolazione, come quella che stiamo inseguendo).
Sviluppa il progetto Susanna Sguera, producer presa a prestito (per gentil concessione) dalla Mir cinematografica.
Per quanto mi riguarda, dopo l’esperienza di “Cielo senza terra” con Sara Pozzoli, è sempre più attraente l’idea di fare film a più mani. E dunque uno degli obiettivi del sopralluogo è prendere contatti con filmmakers locali, o anche persone che lavorano in altro modo con le immagini. Chiederemo loro di collaborare. Susanna propone di lasciare ad alcuni una videocamera, tra questo sopralluogo e il prossimo viaggio. Con un po’ di fortuna, dico io, potremmo tornare e trovare il film già fatto… questa sì è un’idea produttiva!
p.s.
Solo provvisoriamente, ho rinunciato all’idea di partire durante la stagione delle piogge. Per la vecchia tentazione di provare a filmare la pioggia. Di farne la protagonista di un film…
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